Leonida Forgini


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La Mia Storia - Terzo Tempo

 

 

 

 

 

Nel 1994 andai in pensione. Mi volli riposare un po' e finalmente ridedicarmi al mio primo amore musicale: la fisarmonica. E' stato un po' duro per me ritornare dopo anni a risuonare la fisa dopo tanto tempo di allontanamento da essa. Riesumai alcuni brani da concerto e pian piano mi ritrovai quasi per caso nell'ambiente di fisarmonicisti e maestri di fisarmonica, fra i quali il bravissimo Giancarlo Caporilli.    Quando lo sentii suonare mi parve di riascoltare Luciano Fancelli; anche lui possiede una tecnica prodigiosa che unita ad una squisita sensibilità musicale gli consente di eseguire ogni genere di musica come solo i grandi artisti riescono a fare, e questo l’ho potuto constatare ascoltandolo in vari suoi concerti solistici. Non esito ad affermare che può ben figurare con i grandi della fisarmonica, e non solo come concertista, ma anche come compositore; non posso certo citare tutti i suoi famosi colleghi, ma alcuni sì: Art van Damme, Wolmer Beltrami, Luciano Fancelli, Astor Piazzolla, Richard Galliano – a questi grandi fisarmonicisti bisogna anche aggiungere i compositori di pezzi originali da concerto dagli anni '50 in poi che attraverso la qualità delle loro composizioni hanno dato la possibilità di avere finalmente una cattedra per fisarmonica nei conservatori. Mi dispiace veramente non poterli citare tutti, ma ogni buon musicista fisarmonicista può avere l'opportunità di conoscerli, basta consultare i cataloghi delle varie case editrici musicali specialmente della Berben.

In questi ultimi 10 anni – non essendo più oberato di lavoro – mi sono potuto dedicare alla composizione di brani da concerto per fisarmonica solista; di questi miei pezzi quattro sono pubblicati dalla casa editrice Berben e due dalla Physa.

In questo periodo ebbi l'opportunità di passare delle ore piacevoli e stimolanti con il maestro Bio Boccosi, direttore della Berben, e Gervasio Marcosignori che avevano entrambi firmato tutti i diplomi a me rilasciati nei vari concorsi nazionali ,  il maestro V. Galassetti, e i grandi Giancarlo Caporilli e Wolmer Beltrami che tutti divennero miei ottimi amici.   Purtroppo Bio Boccosi e Wolmer Beltrami non sono più fra di noi.

Ricordo con piacere anche un altro grande fisarmonicista, Salvatore Di Gesualdo. Ci conoscemmo il giorno in cui sostenemmo entrambi l’esame di teoria musicale e solfeggio al Conservatorio di Pescara. Ho avuto il privilegio di ascoltarlo in un suo concerto e devo dire che attraverso le sue interpretazioni esprime l’arte della musica con una profondità rara; purtroppo non avemmo più l’occasione di incontrarci – peccato… Saremmo di sicuro diventati grandi amici. Lo saluto molto cordialmente e speriamo di rivederci.

 

In questi anni per le scuole medie e superiori ho tenuto come solista molti concerti lezione in cui ho fatto conoscere la fisarmonica in tutte le sue caratteristiche come strumento cantabile, ma soprattutto polifonico, dal quale si può ottenere una ricca gamma di effetti sonori e timbrici con l'ausilio dei registri. Anche questa è stata una nuova e bella esperienza. Il mio insegnamento si è basato soprattutto su una guida all’ascolto coadiuvato da esecuzioni di vari generi di musica, classica, jazz, sudamericana ecc. Questi concerti si sono svolti al Teatro Flavio Vespasiano di Rieti e nella Sala degli Specchi. L'insieme di insegnamento ed esecuzione musicale è stata per me una nuova e bellissima esperienza.

Dal 1970 al 1980 nella Scuola Media di Antrodoco ebbi come preside il Prof. Piero Aloisi. Lo ricordo con particolare stima e affetto. Era dotato di una grande intelligenza, professionalità e umanità. Nelle scuole dove è stato preside ha insegnato ad insegnare a tutti i professori che hanno collaborato con lui, compreso me. Negli ultimi anni della sua carriera è stato il presidente dell'Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo Rieti-Terminillo, e in tale veste al termine di un mio concerto mi ha donato una targa ricordo.

Altre targhe mi sono state offerte in varie occasioni e da varie scuole di fisarmonica come membro della giuria agli esami dei loro allievi, inoltre dalla ARI (Associazione Romana Intermusica) – Spevi, dedicatami come riconoscimento alla mia attività concertistica e didattica.

 

Un'altra esperienza musicale nuova e piacevole è stato l'incontro con la professoressa Claudia Bonanni (di madrelingua francese), appassionata di musica e sempre presente ai concerti. Parlando con lei delle canzoni francesi e sapendo come la fisarmonica, accordéon per loro, accompagnava quasi sempre i grandi cantanti, decidemmo di provare così per gioco ad eseguirle insieme. Per me fu una rivelazione: Claudia non è una cantante professionista, ma ne possiede tutti i requisiti. Amando anch'io quelle canzoni ed avendole già interpretate in quel periodo in cui mi trovai a Parigi come fisarmonicista, formammo il duo “Douce France”. Fummo protagonisti in vari concerti, presso il Museo Civico di Rieti in occasione della Festa Europea della Musica, al Teatro F. Vespasiano e altrove. Attraverso le nostre esecuzioni sostenute dal felice connubio fisa-canto siamo riusciti ad esprimere lo struggimento dell'anima che viene suscitato dalle più belle canzoni francesi. Questo è quello che ci ha riferito il pubblico che ci ha sempre calorosamente applaudito.

 

I miei due figli Antonio e Francesco hanno “ereditato” il talento musicale congeniale a molti membri della mia famiglia, ma solo Antonio ha deciso di dedicare la sua vita alla musica. Sin da bambino ha evidenziato questa disposizione (e anche lui, come me, qualche volta ascoltandola si commuoveva fino alle lacrime), quindi l'ho avviato allo studio del pianoforte e il suo percorso di studi nel Conservatorio “A. Casella” dell'Aquila è stato brillante anche per l'ottima guida che ha avuto da Drahomira Biligova, come dimostra il suo diploma ottenuto con la votazione di 10 e lode, menzione speciale e plauso della commissione.

Durante il corso di studi ha preso parte a diverse manifestazioni svoltesi nell'ambito del Conservatorio.

Ha tenuto sia in veste di solista che in duo numerosi concerti per l'Ente “B. Barattelli” de L'Aquila ed è stato elemento del gruppo strumentale del “Circolo Giovani Amici della Musica” con il quale ha partecipato al concerto di presentazione e ad altre manifestazioni.

Ha suonato per molte associazioni musicali ed ha effettuato registrazioni per la Terza Rete Televisiva Nazionale.

Ha seguito i corsi di perfezionamento dell'Ars Academy di Roma tenuti dal Maestro Fausto Di Cesare ed ha tenuto concerti presso la sala Baldini di Roma. Ha tenuto concerti commemorativi monografici dedicati a Liszt, Rachmaninoff, Chopin e Brahms presso il Conservatorio “S. Maria della Misericordia” de L'Aquila. Importante per la sua formazione artistica è stato l'incontro con Tito Aprea, dal quale ha avuto preziosi consigli. Come è accaduto a me ha dovuto scegliere anche lui fra la professione libera di pianista che presenta comunque sempre delle incognite – specialmente oggi con il gusto musicale da cui è “afflitta” gran parte delle nuove generazioni - e la sicurezza che dava l'insegnamento di educazione musicale a scuola dove era già in servizio di ruolo. Volendo mettere su famiglia ha optato per la seconda alternativa, e ha dato a me il privilegio di avere due incantevoli nipoti. Ha la soddisfazione di insegnare proprio il suo strumento in quanto è titolare della Cattedra di Pianoforte al Corso Musicale nella Scuola “B. Sisti” di Rieti.

Prosegue l'attività concertistica sia come solista che in formazioni cameristiche collaborando tra l'altro con Angelo de Angelis, Eliseo Smordoni, Luca Vignali, Carlo Enrico Macalli e Agostino Accardi, rispettivamente primo clarinetto, primo fagotto, primo oboe, primo flauto e primo corno dell'Orchestra dell'Opera di Roma. I concerti con questi colleghi sono stati eseguiti in formazione duo, trio, quintetto e sestetto, come da foto .

Vanta tra i suoi allievi numerosi vincitori di concorsi pianistici nazionali ed internazionali.

Tra i fondatori dell'Assciazione Musicale “I Philarmonici” di Rieti, Orchestra Giovanile, ne è stato il Direttore Artistico.

 

Ora con un po' di amarezza vorrei fare un accenno alla musica che da qualche anno subisce secondo me un vero regresso. I giovani non ascoltano più la grande musica; vogliamo lasciarla nel dimenticatoio? Vogliamo rinunciare a quella ricchezza interiore che può dare a chiunque faccia il possibile per penetrarla? I giovani si devono accontentare di miraggi? Svegliatevi un po'! Ve lo dice un signore poco poco più anziano di voi...

Mi trovo perfettamente d'accordo con il grande violinista Uto Ughi che - presente al notiziario su La7 delle ore 20 il giorno 5/10/08 - ha detto: Ci sono persone che una volta non sarebbero state ammesse al conservatorio che oggi vengono spacciate per geni musicali. Non voglio fare nomi, ma sapete benissimo di chi parlo. Constata inoltre il totale degrado in cui è precipitata la vera musica e che stiamo correndo il rischio che scompaia per sempre specialmente in Italia dove contrariamente a tutti gli altri paesi del mondo non è più considerata. Io aggiungo che oggi purtroppo è importante mettere in risalto il personaggio, spesso costruito da speculatori, e non il vero artista. Bel modo di educare i giovani alla musica! Realtà odierna: spazziamo via la cultura, coltiviamo l'ignoranza e diventeremo i padroni del mondo; e se non proprio del mondo di qualche poltrona o poltroncina. Scusate la mia veemenza, ma le cose che mi procurano dolore e sdegno devo esternarle con chiarezza e sincerità. Qualcuno dirà che sono polemiche che non si dovrebbero fare... E perché no? Se qualcuno non ha il coraggio di dirle, come potrà migliorare mai il mondo?

 

Nella storia della mia famiglia avrete notato come l'impegno, il sacrificio, la passione sono state le spinte che ci hanno fatto percorrere spesso strade impervie, dove non sono mancati ostacoli, ma ognuno di noi avvertiva istintivamente che per poter entrare nell'anima della musica non si potevano e non si dovevano percorrere le strade più agevoli. Pertanto consentitemi di dare a voi, cari giovani musicisti, qualche amorevole consiglio affinché non vi accontentiate di poco, ma andiate sempre alla ricerca del meglio, costi quel che costi! La famiglia Forgini non si è arricchita con la musica, ma abbiamo tutti avuto la percezione della bellezza, e spesso siamo riusciti a trasmetterla ad altri.

 

Anche oggi ci sono grandi fisarmonicisti (pochi!), tutti gli altri? Fisarmonicisti a metà e tutti suonano allo stesso modo. Suonano con una mano sola, la destra; e che dicono di noi che suoniamo con ambedue le mani? “Erano altri tempi”... E i bassi? Sono 120 – troppi! Noi con tanti sacrifici e studi seri per anni, siamo riusciti a suonare la nostra amata fisarmonica in modo da sfruttarne in pieno le sue grandi potenzialità. Grazie ancora a quei musicisti compositori già da me nominati che le hanno permesso questo straordinario sviluppo. Sviluppo che ha avuto dagli anni '50 in poi – oggi vogliamo farla tornare indietro di 60-70 anni, quando il traguardo più ambito da quasi tutti i fisarmonicisti era quello di riuscire a suonare la mazurka del buon Migliavacca? Insisto: Suonatela con due mani! E quando lo avrete imparato bene ne trarrete gioia e gratificazione.

Tanti auguri e buona fortuna a tutti!

 

Un ringraziamento ad Angela, la mia carissima seconda moglie, che amorosamente ha assolto il compito di digitalizzare tutti i materiali, e un ringraziamento particolare al mio “webmaster” Antonio Gianni per aver allestito il sito con molta maestria ed anche a mio figlio Francesco che con Antonio sono due maghi del computer.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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